15 Mar Recupero di oliveti abbandonati e muretti a secco: una sfida per nuove produzioni di qualità e per il presidio del territorio
Il recupero degli oliveti abbandonati, iniziato verso la fine degli anni ottanta, sta trovando nuovi impulsi negli ultimi anni grazie ad associazioni come APOL Liguria e all’aiuto dell’Unione Europea. Indiscutibilmente la Liguria rispetto ad altre regioni è caratterizzata da un territorio difficile dall’indubbio fascino paesaggistico, fascino in gran parte dovuto alla presenza di numerosi oliveti secolari. Il ripristino degli oliveti abbandonati ha quindi lo scopo di ridare lustro all’architettura del paesaggio e allo stesso tempo rendere più redditizia un’attività agricola che aveva subito un calo drastico negli anni.
La maggior parte degli oliveti liguri si trova in collina o comunque in zone acclivi e sono rappresentati, rispetto al resto d’Italia, dalla presenza massiccia di terrazze e muretti a secco, eretti nel corso dei secoli per combattere l’erosione, che sono divenuti elementi architettonici di un panorama irripetibile. In questa regione secoli di sapienza agronomica e manuale si sono stratificati per dare agio all’olivo di produrre olive di qualità superiore e diventare l’ambasciatore ideale di un’identità territoriale.
APOL Liguria attraverso il progetto con Unaprol a valere sui Regg. UE 611-615/2014 affianca le aziende olivicole associate in due modi: il primo attraverso un’assistenza tecnica alla potatura, fornendo cioè all’azienda consigli e formazione affinché operino con una tecnica moderna ed efficiente per il rinnovo dell’oliveto abbandonato e il secondo cofinanziando la potatura stessa, dando quindi un sostegno economico solido e pratico. Ecco che il recupero di oliveti e di muretti a secco diventa l’occasione di rilancio economico per un’agricoltura che punta diritta alla qualità oltre che l’occasione da non perdere per conservare un territorio prezioso e fragile, riducendo frane e smottamenti.
Sappiamo che l’abbandono del paesaggio agrario è la causa principale dell’erosione e del rischio idrogeologico. Investire quindi nel recupero degli oliveti, ripristinando terrazze e muretti a secco, diventa strategico per il lavoro cruciale di APOL sul territorio, non solo per il presidio ambientale ma anche per sviluppare con nuove ed efficienti produzioni un’economia agricola identitaria di qualità, agevolata dalla cooperazione e dalla commercializzazione collettiva.
Si tratta quindi di puntare sul nostro bene più grande, il territorio, affinché le generazioni future da esso possano trarre il giusto sostentamento economico e abbiano la possibilità di ammirarlo in tutta la sua bellezza come noi oggi, abbiamo il privilegio di fare.
Articolo a cura di Francesco Petacco